due raggi di sole
Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp

Due raggi di sole – Una storia sulla separazione

Preambolo

Se la fiaba è un racconto all’interno del quale si proiettano i desideri più profondi, che in essa vengono realizzati, e le ansie più segrete, che vengono superate, l’utilizzo di essa può portare un grande contributo allo sviluppo delle due componenti indispensabili della nostra attività cognitiva: la fantasia e la razionalità.

La fiaba riesce a trasmettere quindi un messaggio importante: il lieto fine non è mai un fatto scontato, gratuito, ma viene raggiunto solo se il protagonista si dà da fare, si impegna a fondo, non si scoraggia, prova e riprova, corre dei rischi.

La fiaba Due raggi di sole (qui in podcast), attraverso l’utilizzo di metafore, affronta e propone soluzioni ai problemi della famiglia separata, presentando situazioni facilmente riconoscibili da chi vive quel particolare momento della vita, ed offrendo la possibilità di coglierne il significato profondo in un’ottica orientata al benessere dei figli.

Le fiabe possono risultare utili proprio per trasmettere, con le parole giuste, dei messaggi volti a fare chiarezza sullo stato di fatto delle cose e a deresponsabilizzare il bambino rispetto al disagio di una famiglia che sta cambiando.

Caratteristiche terapeutiche

Problemi affrontati:

  • Separazione genitori
  • Contesa dei figli
  • Sentirsi fra due fuochi

 

Risorse sviluppate:

  • Cercare soluzioni
  • Cercare compromessi
  • Accettare le realtà che non si possono cambiare
  • Vedere il lato positivo delle cose
  • Considerarsi degni di amore

 

Risultati perseguiti

  • Accettazione
  • Autostima
  • Convinzione di non avere colpe, difetti o responsabilità

Due raggi di sole

C’era una volta, in un grazioso paese incastonato tra lago e montagne, una famiglia composta da un papà, una mamma e due figli gemelli di nome Micol e Yago. Da qualche tempo sulla loro casa si erano posizionate delle nuvole nere che non facevano mai passare neanche un piccolo raggio di sole; inoltre spesso le nuvole piangevano scatenando temporali così forti da durare delle ore.

Micol e Yago avevano 9 anni e da buoni fratello e sorella tra loro c’era sempre stato un rapporto di amore ma anche ricco di bisticci; con l’arrivo delle nuvole nere sulla loro casa qualcosa nel loro rapporto era cambiato, da mesi sentivano i loro genitori discutere del buio continuo dentro la loro casa, li vedevano stanchi, tristi e in alcuni momenti rabbiosi perché non riuscivano a trovare una spiegazione del fatto che il tempo fosse sempre cosi scuro.

Anche le parole che usavano la mamma e il papà erano diventate nere tanto che ogni ragionamento che facevano invece di portarli a trovare una soluzione li confondeva sempre di più.

Micol e Yago non riuscivano proprio a capire come mai le nuvole nere avessero scelto di posizionarsi proprio sulla loro casa, ed erano arrivati perfino a pensare che le nuvole fossero arrivate a causa di qualche marachella che avevano combinato…questo pensiero non gli dava pace. 

Il tempo passava e un giorno la loro mamma decise che non si poteva più vivere lì, e che dovevano andare via; il papà non era d’accordo e i due genitori iniziarono a ragionare sul fatto che la soluzione potesse essere quella di cercare un’altra casa.

Invisibili

Da quel momento Micol e Yago diventarono come invisibili, i loro genitori erano così indaffarati a cercare delle soluzioni che non si rendevano conto di avere due figli, succedevano infatti cose strane: la mamma a volte dimenticava di riordinare la loro cameretta e il papà spesso dimenticava di andarli a prendere a scuola.

Alcune domande affollavano la mente dei due fratellini spaventati:

– Cosa sta succedendo a mamma e papà?

– Perché quelle nuvole nere hanno scelto proprio la nostra casa?

– Cosa possiamo fare per mandarle via?

Un giorno la mamma e il papà gli dissero che avevano trovato poco distante dalla loro abitazione un’altra casa ma che non sarebbero andati via tutti insieme, il papà sarebbe rimasto lì perché pensava che prima o poi quel buio sarebbe svanito; la mamma invece non ne poteva più del buio e aveva deciso di trasferirsi portando con sé Micol e Yago.

I due fratellini tornarono ad essere presenti nei progetti di mamma e papà, ma allo stesso tempo la  notizia del trasferimento gli fece sentire tanta tristezza. I genitori non avevano raggiunto un vero e proprio accordo, il padre insisteva con l’idea che loro due avrebbero potuto anche abitare con lui: in fondo quella era la loro vera casa e poi, forse, se fossero rimasti lì tutti e tre insieme avrebbero avuto più possibilità di scacciare le nuvole nere…

Scelte troppo difficili

Micol e Yago volevano bene a tutti e due e provavano tanta difficoltà all’idea di dover scegliere. I due bambini spesso si trovavano a dover fare le cose da soli perché la situazione di rabbia in cui si trovavano la mamma e il papà li faceva diventare scontrosi e stargli vicino o anche solo chiedere aiuto era diventato molto difficile.

Ad esempio, quando andavano a comprare il gelato, la mamma si arrabbiava più del solito se si sporcavano un po’ i vestiti; anche il papà quando la mattina li accompagnava a scuola era molto nervoso: si arrabbiava sia con le macchine nel traffico che con i pedoni che volevano attraversare la strada.

Da un po’ di tempo Micol e Yago si erano accorti anche che sia la mamma che il papà per farli contenti e per vederli sorridere un po’ di più tendevano a dire “sì” ad ogni loro richiesta, ad esempio potevano mangiare più dolci del solito, frequentare di più i loro luoghi preferiti e giocare ai videogiochi molto più di prima…

Un giorno la mamma si era accorta che i volti di Micol e Yago erano molto tristi, per cercare di consolarli spiegò loro che la casa nuova aveva anche dei lati positivi: era al centro del paese, vicino alla scuola e anche alle abitazioni di alcuni loro amichetti, ma soprattutto… c’era più luce!

Dopo qualche tempo i genitori decisero che Micol e Yago si sarebbero trasferiti con la mamma nella nuova casa e avrebbero visto il papà almeno tre giorni a settimana.

Ancora quelle nuvole nere

I due fratellini dopo il trasferimento però non capivano perché la sera dopo cena, quelle antipatiche piccole nuvole nere si posizionavano ancora sulla testa della loro mamma… spesso infatti diventava triste, a volte si chiudeva in camera da sola e la sentivano piangere.

-Cosa pensava?

Micol e Yago si erano accorti che le nuvolacce stavano anche sulla testa del papà quando andava a prenderli, lui era spesso scontento perché non accettava il fatto di non riuscire a risolvere il problema che lo aveva separato dalla loro mamma.

Ai due bambini quelle nuvolacce nere non piacevano per niente, tanto da non volerle guardare. No no. Sapevano che erano lì, ma assolutamente non le volevano guardare. Avevano ancora il sospetto che il fatto che ci fossero dipendesse proprio da loro.

Micol era una bambina molto dolce e attenta e prima di andare dal papà abbracciava forte la mamma e la rassicurava dicendole che il giorno dopo si sarebbero riviste e avrebbero fatto insieme un buonissimo plumcake per la colazione; Yago invece prendeva il pallone, abbracciava la mamma e anche se nel suo cuore sentiva tanta tristezza mostrava un bel sorriso e correva in macchina ad abbracciare il papà.  

I due fratellini allora ebbero una grande idea: sarebbero diventati bravissimi ad inventare situazioni speciali usando la fantasia e parole affettuose piene di colori…

La missione

Entrambi avevano deciso che la loro missione sarebbe stata quella di inventare situazioni e pretesti divertenti, ed ogni tanto la sera si chiudevano nella cameretta per inventare qualcosa per alleggerire il cuore della mamma e del papà. Yago era diventato un imitatore e si stava specializzando nel raccontare barzellette: riusciva sempre a trovare un modo per farli sorridere; Micol invece scriveva storie e poesie che riportavano la gioia di vivere, in più essendo molto affettuosa provava con i suoi abbracci a sistemare le situazioni difficili.

Avere due case era sicuramente complicato ma la cosa aveva anche dei lati positivi: grazie alla bravura dei due fratellini sia con la mamma che con il papà si vivevano spesso dei momenti speciali.

Purtroppo, però, presto si resero conto di non poter far nulla per sistemare davvero le cose e fare in modo che mamma e papà facessero la pace… anche se… anche se avevano visto, specie quando stavano con mamma e papà, due meravigliosi raggi di sole che filtravano tra le nuvolacce nere. Nonostante si sforzassero di non guardarle, quei due raggi di sole erano dannatamente insistenti. E non si facevano spaventare da nessuna nuvolaccia. Anche nei giorni più brutti loro erano sempre là. Testardi. Anche quando pioveva.

Man mano che il tempo passava, le due case diventavano più luminose… raramente si abbattevano ancora temporali, ma anche quando accadeva…eccoli là, i due testardi raggi di sole. Caldi e luminosi.

Un giorno i piccoli capirono. Quei due raggi di sole erano tutto il bene che mamma e papà volevano a ciascuno di loro…un amore più forte e grande di qualsiasi nuvola.

Allora si decisero a guardare in su. Nonostante le nuvolacce. Guardarono dritto dritto verso i due raggi. Meraviglia. Si accorsero così che… quell’amore così grande… era capace di far nascere nel cielo… un bellissimo e colorato arcobaleno di pace…

L’amore di mamma e papà verso di loro era più forte di tutto. E avrebbe vinto, sempre, su qualsiasi nuvola.

Dott.ssa Marica Massolini – Psicologa e Psicoterapeuta – Collaboratrice Studio Legale Beatrice Perini