• Blog
  • Articoli
  • Una figura che tutela le persone fragili: l’amministratore di sostegno
amministratore di sostegno
Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp

Una figura che tutela le persone fragili: l’amministratore di sostegno

La situazione odierna ha, purtroppo, messo tutti a dura prova; molti hanno subito crolli psicologici importanti, e, di conseguenza, sono aumentate le dipendenze.

A livello giuridico, il nostro ordinamento con la legge 9 gennaio 2004 n. 6 ha introdotto un istituto che dà la possibilità, con la minor limitazione della capacità di agire possibile, di “farsi prossimo” ad una persona che versa in una parziale incapacità di intendere e di volere.

La finalità è di tutelare quelle persone che, a causa di una infermità o di una menomazione fisica o psichica si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi.

Che si tratti ad esempio di persone anziane, magari ammalate, o con difficoltà psichiche, la legge prevede che per persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana, possa essere nominato un amministratore di sostegno.

Esso, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente, ricopre un ruolo estremamente delicato, di affiancamento alla persona.

Il vantaggio di questa nuova figura è la flessibilità, la possibilità di essere calibrata sulle reali necessità della persona: si aggiunge nel nostro ordinamento alla interdizione e inabilitazione, figure giuridiche molto più rigide e ormai quasi del tutto superate.

Il campo di applicazione è vastissimo: vi rientrano malati con patologie degenerative, handicap fisici o motori, condizioni di coma o stato vegetativo, ma anche persone dedite all’abuso di sostanze, o allo shopping compulsivo o con il vizio del gioco.

Il ruolo dell’amministratore di sostegno è “di supporto”, cercando di valorizzare ciò che rimane della capacità della persona, in modo tale da promuoverla e aiutarla.

La lista di chi può richiedere al Tribunale l’amministrazione di sostegno è lunga, e vi rientrano, ad esempio, la persona stabilmente convivente, l’unito civilmente in favore del proprio compagno, i parenti entro il quarto grado ecc… fino al beneficiario stesso.

La scelta dell’amministratore di sostegno

La scelta in merito a chi può fare l’amministratore di sostegno ricade primariamente sulla preferenza del beneficiario; in mancanza, o in presenza di gravi motivi, il Giudice Tutelare potrà nominare un amministratore diverso, scegliendo dapprima tra coniuge, convivente, parenti ecc.. secondo l’ordine di cui all’art. 408 c.c.;

in caso di opportunità, in presenza di gravi motivi, si potrà nominare un soggetto terzo (vi è un apposito elenco, presso il Tribunale, in cui vi sono i nominativi di professionisti in materie giuridiche ed economiche disponibili a ricoprire tale ruolo).

L’amministratore di sostegno ha obblighi e poteri che vengono sanciti, oltre che dalla legge, dal decreto del Giudice Tutelare. Essi vanno dalla gestione del patrimonio del beneficiario, alla cura della persona, fino ad entrare nel merito delle scelte relative alla sua salute.

L’incarico è tendenzialmente gratuito, tuttavia il Giudice Tutelare, considerato l’entità del patrimonio del beneficiario e la difficoltà dell’amministrazione, può liquidare in favore dell’amministratore un equo indennizzo.

Per la nomina vi è una apposita procedura, non contenziosa (salvo rari casi), esplicitata dalla normativa di riferimento.

amministrazione di sostegno

Ho scelto di essere un amministratore di sostegno

Ricopro il ruolo di amministratore di sostegno da molti anni.

Ci si avvicina a individui molto diversi tra loro, ma col passare del tempo, pur non avendo io rapporti di parentela o iniziale amicizia con queste persone, (sono stata scelta dall’elenco del Tribunale di cui ho parlato in precedenza) ho imparato a voler loro molto bene. Il “prendersi cura” di qualcuno (spesso persone sole e molto fragili) dà tantissimo, ed in termini che vanno ben oltre un ritorno economico.

A seconda dei casi, l’impegno può essere modesto, o ingente… ma ho ricevuto moltissimo in termini di affetto e amicizia, oltre ad una conoscenza della realtà che fa riconsiderare molte “fortune” che si hanno nella vita, e che si danno spesso per scontate.

Ho visto con meraviglia, poi, quanto bene ricevono queste persone da tanti “angeli custodi”, che nel silenzio offrono piccoli lavori, un pasto, un passaggio per una visita medica. Ho visto figli abbandonati da madri in difficoltà prendersene cura, da adulti, con una dolcezza e una forza infinite.

Esistono organizzazioni del territorio che si prodigano per portare beni di prima necessità, senza volere nulla in cambio. Ho visto Assistenti Sociali seguire queste persone ben oltre il mero rapporto professionale, organizzare sorprese e regali di compleanno, battersi perché non venissero maltrattate per la propria fragilità.

Ho ancora una volta constatato l’importanza del fare “rete”, unirsi come comunità che si prende cura, aiuta, sorregge e incoraggia.  A fronte di pochi non disponibili, ho constatato con meraviglia che c’è un esercito di esseri umani che non guarda solo al denaro, ma regala tempo, dedizione e aiuto concreto.

Consiglio di ricoprire questo ruolo: per un parente, un amico, un anziano in difficoltà. “Prendersi cura” degli altri è meraviglioso, sovverte le regole correnti del mero profitto e della concorrenza, come se si bloccassero gli ingranaggi dell’ovvio… E iniziassero a girare al contrario… verso un modo di essere parte della società che va oltre noi stessi, che include e soprattutto non esclude, che incoraggia, promuove, aiuta… e arricchisce immensamente il cuore di chi dà. 

Avv. Beatrice Perini